Project Mosca Sr38
Parti
Marchetti: Ipocrisia_1 (occhi truccati di nero, scavati)
P.: Ipocrisia_2 (occhi truccati di nero, scavati)
L.: Urlo palchetto
C.: Ricca
C.: Suora
P.: Povero
B.: Omosessuale
Legenda
—//— : note di posizione, movimento e regia
—// : note di recitazione
Copione
—//— Sul palco, una poltrona nel mezzo, indietro, oltre la metà, l’ipocrisia 2 si nasconde dietro di essa invisibile al pubblico.
—//— Entrano le figure (ricco, povero, gay, suora) bendate alla bocca con una nastro nero (scotch/bandana), si muovono confuse e sparse, vedono il pubblico, accorrono al limite del palco, gesticolano e cercano di sporgersi oltre di esso a richiamare il pubblico, chiedendo aiuto con mugugnii e pose.
—//— Da fondo teatro, a sinistra del palco visto dalla platea, entra l’ipocrisia 1
IPOCRISIA: Luridi cani, quando il gatto non c’è, i topi ballano, nevvero?! E dire che chiedervi totale sottomissione al mio volere, non mi pare essere impresa degna da annoverarsi tra le dodici fatiche erculee. Davvero non siete in grado di ascoltare colei che vi ha, per un’intera vita accudito… controllato… ammaestrato…
—// tono malvagio
Ed ora, alla prima occasione cui il fato mi si pone avverso, voi, ignobili esseri, sollevate il brando alle mie spalle?
—//— IPO1 sale sul palco, si siede sulla poltrona, nel frattempo le figure si sono accovacciate in, tre da una parte, ed una, l’omosessuale, dall’altra (sinistra rispetto alla poltrona vista dal palco)
Io non sono un Dio, ma tale ho intenzione di divenire, e con ciò è giunto il momento di comportarsi, da tale… come un certo javhè punì Mosè per aver dubitato di lui scalfendo la roccia alla ricerca dell’acqua promessa, lei mi insegna sorella
—// Rivolgendosi alla suora, con sarcasmo, la quale risponde con un accennato sì di capo
Così oh beceri, io priverò voi della agognata terra promessa… la vostra libertà di vivere.
—//— Attimo di terrore tra le figure, ipocrisia indica l’omosessuale alla sua sinistra, facendo segno di alzarsi da terra, mentre pronuncia il discorso, si alza dalla poltrona
Spacciatevi pure per ‘esseri sociali’
—// rivolgendosi a tutte le figure
pronti a dar battaglia a soccorso di un vostro simile, intanto, ciò che si para davanti ad i miei occhi, altro non è che una vergognosa visione di puro, mero umano egoismo… Lo ripeto, Vergogna a voi, genere infimo, abbandonare così un vostro fratello solo perché essere contro tendenza evolutiva? Suvvia, ha anche da poco ottenuto il permesso di unirsi in matrimonio con altri suoi “simili”
—// detto con tono schifato
quasi mi dispiace che tu non possa vivere abbastanza a lungo da poter godere di tanti tali diritti
—// detto con sarcasmo e commiserazione in faccia alla figura
—//— Attimo di sgomento tra le figure al pronunciare le ultime parole
Diritti di che dopotutto, diritto di parola? Di pensiero? Di opinione? Ma certo!! Sei in fondo anche te un uomo, deviato, ma un uomo pur sempre, e a me non è dato il potere di sovvertire tali vostre convinzioni… ma a ragion di popolo, tu altro non rappresenti che un ultimo esemplare
—// tono di schifo, animale
generare vita non risulta più essere nelle tue possibilità, sei un essere morto… se non puoi donare al mondo ciò che di più intimo ti appartiene, la Vita, a cosa è servito combatterla?
—// pausa
Perdonami… Io non possiedo le risposte, ho solo quesiti da porre, LORO hanno le risposte
—// indicando il pubblico ma rivolgendosi sempre alla figura
ma vedi, tu non lasciarti influenzare da ciò … tu prosegui nella tua esistenza (VUOTA), combatti le tue battaglie (PERSE), credi in ciò che desideri (ILLUSIONI) e forse un dì ti ritroverai a vivere in quel mondo da te, da loro,
—// rivolgensodi al pubblico
tanto vagheggiato… e non temere, io sarò lì… Mio caro, lurido abietto… Fratello Gay.
—//— Ipocrisia estrae la pistola, a “temere” inizia a giocarci, la alza, in viso, e spara, attimo di terrore generale sul palco, ipocrisia abbassa l’arma, osserva il corpo morto, gli gira attorno in modo da porsi di fronte alle figure rimaste, ne richiama due, ricco e povero.
Un folle morto di follia…
—// lanciando un ultimo sguardo all’omosessuale
ironico nevvero amici miei? Quasi a pari della vostra stessa esistenza, una Inutile corsa a raccogliere quelle gocce di sangue perse nelle Vostre scelte; gocce d’oro, di valore… denaro signori miei, denaro, il vostro sangue, la vostra linfa, la vostra essenza. Correte dunque, che fate ancora qua? Tempo da perdere non ne avete, uno agogna ciò che l’altro di dilapida, uno combatte ciò che l’altro ammaestra, uno muore dove l’altro… Muore. A nessuno di voi è concesso il lusso della vita, essa si misura in tempo trascorso, speso, vissuto… una gioia alla quale non vi siete mai permessi…
—//— Rivolgendosi al ricco
uno sposato al dio denaro, marito/moglie fedele, alienato al mondo che lo circonda, stretto nel vortice dell’estremo egoismo che altro non rappresenta se non le proprie aspirazioni: uniche e fini a se stesse… tu invece,
—//— Rivolgendosi al povero
ancora più stolto poiché schiavo senza padrone, relegato al infima posizione di servo della società (per propria scelta), stretto nella convinzione che la materiale assenza possa imporre limitazioni a se stessa… il timore della perdita ti pervade benché in te non vi sia nulla da perdere, la tua realtà ti pone al disopra di qualsiasi restrizione sociale poiché la società stessa ti ha escluso privandoti delle catene che tu ora agogni e speri, ricerchi ciò che ti manca nonostante sia ciò che ti uccide, ricerchi la menzogna rifuggendo la verità… è ardua la vista al di fuori della spelonca.
—//— Ipocrisia ri-estrae la pistola
Vi ha resi ciechi di fronte all’evidenza della vostra staticità, esseri immobili incapaci di modificare il proprio essere per ego e paura; spacciatevi per chi volete, noi tutti sappiamo chi siete dentro: schiavi di una passione effimera… quanto voi.
—//— Ipocrisia spara ad entrambi, senza differenza, con cinismo, di nuovo sgomento sul palco, ne resta solo una, esasperata
e ne restò solo una… che fare di lei sorella mia?
—//— La suora spaventata imbraccia un rosario e, in ginocchio, si rivolge verso il pubblico ed inizia a pregare
Sorella, le pare forse questo il momento di recitare poesie? Oltretutto senza il degnarsi minimamente di rendermi partecipe a queste sue lodi… perché non si volta? Perché non mi guarda? Non mi ignori, che timore ha di me? Lei in primis, che paure prova verso il mondo, se per sua scelta getta il destino in mani ben più grandi, ed essendo il mondo espressione del destino stesso, come può temere ciò in cui crede? No no, lei non crede, lei spera, spera in qualcosa di meglio che un dì la strappi da questo mondo morto… ma la speranza è per natura essa stessa indefinita, intangibile, impossibile; eccole la vita scorrerle davanti e lei ferma, immobile, succube ad essa, pronta ad affrontarla armata solo d’amore per la propria misera, falsa, stolta Ignoranza… oh chiedo scusa, Speranza.
—//— Ipocrisia si avvicina al volto della suora pronunciando queste parole, di profilo rispetto al pubblico lei
—//— La suora sentite queste parole, alza lo sguardo e con rabbia colpisce con uno schiaffo ipocrisia sul volto e resta a guardarlo con aria di sfida
—// Ipocrisia inizia il discorso senza rabbia, con superbia e “sarcasmo”
La speranza è l’ultima a morire, o così almeno il popolo pensa, giacché noi siamo a conoscenza come dalle ceneri di tale nobile sentimento si erge sfolgorante la Collera, dio motore immobile a cui cingersi nell’estremo tentativo di sopravvivenza… la speranza è morta dentro di lei… la collera è nata dentro di lei… lei è morta, dentro di sé.
—// detto in modo glorioso
Si ricordi, accettiamo il sovrumano solo per sopperire all’umano.
—//— Ipo estrae nuovamente la pistola nel dire l’ultima frase, si accinge a sparare quando, dal palchetto:
URLO: E DI UMANO COSA VI È IN TE?
—//— L’urlo sparisce subito nascondendosi,Ipo1 senza fare una piega, si ferma, abbassa il capo, con spavalderia, urla:
IPOCRISA: Nulla di umano vi è in me
—// alzando il capo
poiché io sono Sovrumano… sono ciò in cui questi vermi si sono trasformati, sono ciò che li ha elevati a pura menzogna, abietti abomini; Tu invece, chi sei? dove ti nascondi? come osi interrogarmi?!
—//— Ipocrisia si sporge verso il pubblico, ipo2 esce da dietro la poltrona e gli si avvicina da dietro
IPOCRISA 2: Non nascondo nulla, al contrario come te mi porto alla vista di chiunque osi indagare l’animo di tali bestie; gli oscuri pensieri, i subdoli inganni che ogni giorno essi producono al fine di superare i propri simili in virtù di una vana sopravvivenza civile…
—//— IPO1 rimane ferma a guardare il pubblico mentre IPO2 parla; IPO2 gli si avvicina, alzando la pistola e puntandola ad IPO1
IPOCRISA 1: Mi punti un’arma al capo, ho ragione?
—// detto senza voltarsi
IPOCRISA 2: Non posso fare altrimenti, il sangue che scorre nelle nostre vene è ben più simile di quello di una madre e del figlio che porta in grembo… mi pare arduo non agire diversamente da come non avresti fatto tu, fratello
IPOCRISIA 1: E dimmi, anche te nutri dentro di te odio e ribrezzo per tali esseri che troppo a lungo hanno goduto di menzogne?
IPOCRISA 2: Hai oltrepassato il limite
—// IPO2 si ferma
IPOCRISA 1: Vi è mai stato?
IPOCRISA 2: No, noi non possediamo limiti, ma siamo concezione umana, e come tale, soggiogati ad una componente morale… non ti è concesso porti a giudice supremo, riconosci dentro di te di aver agito ben oltre le tue possibilità, la strada all’Olimpo ti è preclusa oramai
IPOCRISA 1: Ed in virtù di cosa avrei agito senza ritegno? io ho portato giustizia lì dove imperversavano le falsità, ho portato la luce della verità lì dove le tenebre dell umano conscio hanno nascosto la ragione! il fine, null’altro è gloria
—// con collera
IPOCRISA 2: Mezzi senza ritegno per nostra virtù… così come è vano il porre legge ciò che in prima persona si rifiuta, così è stolto farsi paladini di un Dio pronti a dichiararlo morto. hai agito non contro natura, ma contro te stesso, negando il tuo essere, mentendo in cuor tuo, precipitando ai piedi di questi miserabili… ed è a cagion di ciò che meriti eguale fine
—// avvicinandosi ad IPO1 gli spinge la pistola addosso per farlo inginocchiare, lui si inginocchia
IPOCRISA 1 È il mio agire a definire chi io sia, e con il tuo fare non ti discosti certamente dalle mie orme… ma è impossibile biasimarti, così come io ho operato, così te sei obbligato a procedere, nessuno di noi è in grado di negare chi esso sia, ipocrita è il tuo dire
IPOCRISA 2: Come ipocrita sarà la tua fine?
IPOCRISA 1: Periremo da eroi
—//— IPO1 estrae velocemente la pistola, le due ipocrisie si sparano a vicenda —//— Buio sul palco, si riaccendono le luco solo sulle due IPO che si guardano
IPOCRISA 2: Le idee non hanno morte
IPOCRISA 1: Poiché solo a chi vive è concesso il lusso della morte… un lusso che all’IPOCRISIA NON È PERMESSO.
—// osservando se stessa prima, ed il pubblico dopo nel pronunciare, e si spara, ma senza morire: risata malvagia
—//— Buio, tutte le figure scompaiono.
Fine
Extra:
Di nuovo, cosahoappenaletto?